Formazione

Cosa serve per lavorare in Germania

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Attualmente gira in TV uno spot della Mc'Donald's che invita ad entrare nel loro mondo attraverso un periodo di formazione, in pratica ti insegnano a friggere le patatine ed imbustare i panini.

Come se ha Palermo i “panellari” organizzassero dei corsi di formazione sulle tecniche di frittura della panella.
In Germania per entrare nel mondo del lavoro esistono due strade. La prima è attraverso le Università o le Hochschule ( scuole universitarie orientate verso le ricerca e la formazione pratica), la seconda strada è attraverso le Ausbildung.

In pratica chi, finito il percorso scolastico obbligatorio, non vuole o non può andare, per via del proprio rendimento alle superiori, all'Universita ( in Germania molto selettivo) può scegliere un percorso formativo orientato ad una professione. Per tutte le professioni, artigianali o amministrative, in pratica dal meccanico al panettiere, dal muratore al commesso, è necessaria un 'ausbildung. Esistono circa 56 percorsi formativi della durata di 3 o 4 anni (nel caso si voglia ottenere il titolo di Maestro). Il percorso formativo avviene in parte in azienda, per la parte pratica ed in parte in una scuola, per la parte teorica.

In pratica si passano 3 giorni ad imparare un mestiere e 2 giorni tra i banchi a capire il perché delle cose. Un panettiere verrà a conoscenza di nozioni di chimica ed alimentazione e saprà del perché il pane lievita.

Il sistema sembra funzionare, visto l'alto numero di studenti che sceglie la formazione, anche dopo la maturità a scapito dell'incerta carriere universitaria.

Ed in effetti, leggendo gli annunci di lavoro, si può notare come sia sempre, o quasi, richiesta la formazione specifica. Da un lato per avere del personale meglio qualificato dall'altro, come dettomi da un responsabile del personale, perché l'aver fatto un percorso formativo, a prescindere se serva o meno, dimostra serietà ed impegno. Il sistema, nato nel 69, si regge su un impegno reciproco pubblico-privato. Le imprese private che partecipano al sistema, in genere medio piccole, ottengono, in cambio del loro impegno delle sovvenzioni statali, al fronte di uno stipendio che varia tra i 350 e i 750 euro per l'allievo, ritrovandosi al contempo manodopera giovane a basso costo che dopo il percorso formativo può essere assunto a tempo indeterminato. In pratica sono tutti soddisfatti, l'azienda, l'apprendista e lo stato. Anche i sindacati si dichiarano favorevoli.

Ultimamente però qualche voce di dissenso si comincia a far sentire. In primis le grandi aziende offrono sempre meno posti di apprendistato, per via dei costi di formazione, mentre sempre di più aziende piccole ricercano ormai solo personale da qualificare. Nei settori alberghiero e della ristorazione ad esempio, i 2/3 dei dipendenti è formato da apprendisti che al termine del loro percorso non vengono assunti. Jan Jurczyk del sindacato dei Verdi ad esempio fa notare che alcune aziende traggono il loro profitto dal sistema e si chiede inoltre se per fare il commesso in un supermercato, il cameriere o il parrucchiere servano 3 o 4 anni di apprendistato. A proposito di parrucchieri, se il risultato è poi quello che si vede nelle teste dei tedeschi, forse, almeno in questo campo, il sistema ha bisogno di correttivi.

Per Sandro Genchi: http://palermo-berlino.blogspot.com notizie pareri semiseri, consigli e una piccola guida di berlino

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